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Mortalità stradale alta ma in flessione

Il bilancio 2023 del numero degli incidenti e dei feriti elaborato da Aci e Istat è sostanzialmente allineato con l'anno precedente, mentre sono diminuite del 3,8% le vittime. I numeri però sono ancora preoccupanti: i sinistri sono stati infatti 166.525 e hanno causato 3.039 decessi.
Rispetto al 2019 - anno scelto come riferimento per l’obiettivo 2030 (riduzione del 50% del numero di vittime e feriti gravi) -, 42 province su 107 hanno fatto registrare un aumento del numero dei morti sulle strade. In altre 56, invece, si è notata una flessione. In 9 Province, infine, il numero dei morti è rimasto stabile.
Le province dove, in termini assoluti, si è assistito al maggior calo delle vittime sono state Padova (-26), Novara (-23), Alessandria e Torino (-19). Venezia (+26 morti), Bologna (+21) e Milano e Reggio Calabria (+20) sono invece le province nelle quali si sono registrati gli incrementi maggiori in valori assoluti di decessi sulle strade. In termini percentuali, invece, la riduzione più sensibile – con vittime più che dimezzate - si è avuta a Novara (-68%), Oristano (-64%), e Matera (-57%). Un quadro geograficamente a macchie di leopardo.
Le statistiche nude e crude, però, sono spesso influenzate dalla popolosità o (nel caso delle percentuali) da numeri assoluti contenuti. Aci e Istat hanno allora analizzato un “indice di mortalità”. Cioè il numero delle vittime ogni 100 incidenti.
In 13 province, l’indice di mortalità è risultato almeno doppio rispetto al valore medio nazionale (1,82 morti ogni 100 sinistri). Le situazioni più critiche sono quelle di Nuoro (6,25) e Sud Sardegna (6,14). Prato, Genova, Monza Brianza, Rimini, Fermo, Trieste e Milano sono, invece, le province in cui gli incidenti risultano meno gravi. L’indice di mortalità, infatti, è inferiore a un morto ogni 100 incidenti.

10/10/2024